L’appuntamento è per oggi, alle 14:30 – largo Formentone
OLTRE LA CRISI AFGHANA NOI ALZEREMO LA NOSTRA VOCE ANCORA PIÙ FORTE E CONTINUEREMO LA NOSTRA RESISTENZA E LA NOSTRA LOTTA PER LA DEMOCRAZIA E I DIRITTI DELLE DONNE!
La crisi Afghana, che si è concretizzata con la presa di Kabul da parte dei Talebani il 15 agosto, rappresenta l’epilogo di una scelta politica e militare sbagliata che risponde a ragioni che nulla hanno a che vedere con il desiderio di giustizia.
In una delle sue ultime interviste Gino Strada affermò: Gli americani se ne vanno con una sconfitta, dopo aver speso più di 2 mila miliardi di dollari, e i talebani sono ancora lì. Gli afghani intanto sono più poveri del 2001, hanno avuto 4 milioni di profughi, un quarto della popolazione, più 150 mila morti, in prevalenza civili. Non si è speso per ricostruire un Paese ma per continuare una guerra. A cosa è servito? Zero
Facciamo nostra la domanda di Gino Strada ma anche le affermazioni di indignazione del Presidente Mattarella durante le celebrazioni degli 80 anni del Manifesto di Ventotene:
In questi giorni una cosa appare sconcertante e si registra nelle dichiarazioni di politici un po’ qua e là in Europa. Esprimono grande solidarietà agli afghani che perdono libertà e diritti, ma ‘che restino lì’, ‘non vengano qui perché non li accoglieremmo’. Questo non è all’altezza dei valori della Ue
Come cittadini e cittadine bresciani, italiani ed europei, come cittadini e cittadine del Mondo non vogliamo essere dalla parte di coloro che non si assumono le proprie responsabilità nel gestire l’ennesima crisi umanitaria voltando le spalle al dolore, alla sofferenza, alle restrizioni delle libertà individuali di tutte e tutti i civili, in particolare le donne e i bambini che vivono in Afghanistan.
Ci riconosciamo negli appelli di ASGI (Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione), del Tavolo Asilo Nazionale, della rete EuropAsilo, delle varie organizzazioni di donne resistenti in Afghanistan sostenuti dall’associazione CISDA (Coordinamento Italiana a Sostegno delle Donne Afghane) oltre a quello del Coordinamento Bresciano Progetti SPRAR/SAI Provincia di Brescia per l’allargamento della rete di accoglienza fuori dall’emergenza.